Stagione 2019-2020, una delle più strane che il calcio dilettantistico ricordi, vista la sospensione prematura avvenuta per il Covid, con la definitiva e prematura chiusura della stagione.
Nell'estate 2019, il Real ha deciso di ricostruire il gruppo, ringiovanendolo parecchio, ripartendo da un gruppo di amici uniti tra Palagano, Montefiorino, Frassinoro, Castellarano, sempre guidati da mister Lele. L'inizio è difficile, molto difficile.
La squadra ha potenzialità, ma fatica, incassa troppe reti e rivela inattese fragilità. Dopo una serie di partite in cui vengono fatti troppi pochi punti, tra tante sconfitte e qualche sparuto pareggio, a Palagano arriva il Lama '80. Derby dell'Appennino, ma non solo. Il Lama rappresenta un riferimento per il Real, è riuscito a creare una realtà sportiva stabile, con giovanili e prima squadra, gestisce un campo, ha migliorato un centro sportivo e fatto costruire un sintetico da allenamento. E ha una prima squadra che, con la Seconda Categoria, non ha nulla a che fare. Frodati, Manelli, Scarabelli, Balocchi, Ferrari...Sono nomi che i dilettanti modenesi non possono non conoscere e che sono soliti leggere nei tabellini dell'Eccellenza o Promozione, invece, dopo l'ultima retrocessione sono lì, tutti a Palagano contro i Dragoni.
Sulla carta, non c'è speranza. Il Lama arriva da primo in classifica, il Real da ultimo. Inutile vedere la partita? Assolutamente no, infatti il pubblico è numeroso in tribuna, anche perchè la giornata è soleggiata e qualche ora all'aria aperta si passano volentieri. Il Lama va subito in vantaggio e tutti dagli spalti fanno cenni d'assenso: tutti lo sapevano, tutti se lo aspettavano. Poi, però, Perni pareggia da calcio di punizione e questo no, nessuno se lo aspettava, però è presto, manca ancora un'eternità di tempo alla fine. Nel secondo tempo, il match si fa sempre più teso, i Dragoni prendono fiducia minuto dopo minuto e, più capiscono di potersela giocare, più si caricano, mentre il Lama si innervosisce, patendo dal punto di vista della corsa e del fiato. Il momento è propizio per una di quelle piccole imprese calcistiche che ogni tanto si vedono nei film americani, manca solo l'attore protagonista, anzi no... Gabriele Ori sta giocando stranamente a destra e, dopo un'azione sviluppata, riceve un traversone dalla parte opposta; è lontano, molto lontano, ma la palla ha preso un giro strano, si abbassa proprio un metro davanti a lui e ribalza, schizzando verso di lui. Basterebbe calciarla, basterebbe colpirla bene, al centro, non troppo in alto, non troppo in basso, basterebbe rimanere bassi con il corpo e non alzare troppo la schiena e le spalle, basterebbe colpirla proprio...Ora.
Nel punto giusto, al momento giusto, con la spinta giusta e l'inclinazione perfetta, Gabbo centra la sfera e questa raddoppia la velocità, cambiando direzione e viaggiando spedita verso la porta avversaria. La sfera taglia in diagonale lo spazio tra Gabbo e il portiere del Lama, fulminandolo e toccando la rete della porta proprio nel rettangolo tra il palo e il fondo.
Il pubblico in tribuna è in gran parte in piedi: tutti erano usciti per il sole, erano venuti alla partita pensando di conoscere già il risultato, invece si ritrovano ad aver visto una di quelle conclusioni che difficilmente si dimenticano. Una firma perfetta alla base di una giornata perfetta.

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