Ecco la cronaca.
A Modena, in un campo grande quanto l'areoporto di Fiumicino, i Dragoni arrivano quasi senza cambi a disposizione: l'ideale per affrontare una delle squadre più forti del girone. Bisogna trovare una strategia miracolosa e bisogna trovarla in fretta: per fortuna, al Real può mancare tutto, ma non menti geniali. In panchina, Vitto e Valda elaborano un piano astuto e sottile, infido e innovativo, preciso come un orologio svizzero, ordinato come la scrivania di uno svizzero che ripara orologi precisissimi. Insomma, i due strateghi optano per un catenaccio mostruoso. Tutti davanti alla propria porta, tutti chiusi come una vongola, tutti pronti a calciare come fabbri ferrai, tutti stretti in area, anche perché ci vuole un botto di fiato a correre oltre.
Una bella pacca sulla spalla al portiere Marco e si comincia.
La trama del match è chiara: loro corrono, noi rincorriamo; loro attaccano, noi difendiamo; loro si innervosiscono, noi innervosiamo; loro pensano a vincere la partita, noi pensiamo al post-partita.
A metà primo tempo, Marco viene premiato dal Csi per aver superato il record di 82 parate in 20 minuti. Dopo aver riposto i fiori e aver pronunciato un incantevole discorso, torna a guidare i Dragoni, che non mollano un centimetro. Vitto li muove come pesanti e lente pedine sullo scacchiere e, dopo aver subito lo svantaggio, Alby pareggia i conti dal dischetto.
Nel finale succede di tutto e, proprio allo scadere, sfioriamo addirittura il gol che avrebbe portato a una incredibile vittoria. Forse qualcuno avrebbe parlato di beffa, ma di certo noi avremmo ricordato l'evento con "poesia".
1 punto ci va bene, anche perché ci ricorda chi siamo: giocatori a 7, brutti, sporchi, cattivi e, soprattutto, dannatamente affamati di pollo ogni maledetto mercoledì sera.



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