mercoledì 26 aprile 2023

Arrivederci dal Real a 7

 Il Real Dragone a 7 chiude la stagione nel modo che conosce meglio: una cena importante in pub, dopo una partitella che alleggerisce dai sensi di colpa per cibo e alcol. 

Sul campo, look improbabili, magliette impietosamente attillate, scarpe con più scotch che pelle, fasce, cerotti, bende, tutori, cavigliere, sospensori come se piovessero.

Ci si scalda tirando fortissimo la palla, si corre giusto per andarla a recuperare nel fosso, si dà il benvenuto calcistico al compagno con una stecca sulla tibia, ci si lamenta perché convinti di avere indossato due scarpe sinistre, si guarda il pallone cercando il segreto di quell'oggetto misterioso. Il calcio vero rimane quasi tutto nella mente, ma è una solita, meravigliosa routine. 



Il fiatone arriva al primo pallone stoppato, il raschietto diventa tosse cattiva allo "scatto" inaugurale, al 5' si presenta una bronchite cronica, al 10' si chiede la fine del primo tempo, un attimo prima delle temutissime visioni mistiche. 



C'è chi si bagna la testa come fosse agosto e domani la pagherà cara, chi sente quel richiamo di un appetito che ormai non lascia tregua, chi misura la pancia dei compagni per capire a che punto sta la sua, chi trasformerà ogni secondo della partita in ricordi sportivi leggendari e chi si ostina a chiamare giocate e schemi che mai e poi mai nessuno farà.



La poesia del calcio si recita anche in un mercoledì sera qualsiasi, lontano dai riflettori e dalle pay TV. Basta avere due simil piedi e una vaghissima conoscenza della regola numero uno del giuoco del pallone, ovvero: "picchia via".


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